Riecco il pangolino: il mammifero a scaglie, detto anche formichiere squamoso, torna sotto la lente degli scienziati impegnati a trovare le tessere mancanti nel complicato puzzle Covid-19. L’animale – additato mesi fa da uno studio della South China Agricultural University come possibile ospite intermedio del nuovo coronavirus, il ponte che avrebbe permesso il salto di specie dal pipistrello all’uomo – ora viene descritto su ‘Frontiers in Immunology’ come un possibile alleato dell’uomo nella lotta alla malattia da Sars-CoV-2. A quanto pare, infatti, il pangolino nasconde un segreto: non possiede sistemi di difesa contro le infezioni virali, ma misteriosamente le tollera. Serbatoio di microbi, protetto dai loro effetti.
In modo simile a un rilevatore anti-incendio che si mette a suonare quanto capta del fumo, alcuni geni avvertono la maggior parte dei mammiferi quando un virus entra nel loro corpo, innescando una risposta immunitaria per combattere l’intruso. Secondo un gruppo di ricercatori della Medical University di Vienna questo non accade al pangolino, che risulta privo di 2 di questi geni “sentinella”. Una scoperta non da poco, a detta degli autori. Far luce sul meccanismo sconosciuto all’origine del vantaggio evolutivo che protegge queste creature esotiche (peraltro a forte rischio di estinzione, tesori strapagati sul mercato nero) potrebbe infatti indicare possibili opzioni terapeutiche contro Covid-19 nell’uomo.
Gli studiosi hanno analizzato il genoma del pangolino e l’hanno confrontato con quello di altri mammiferi tra cui uomini, gatti, cani e bovini. “Il nostro lavoro – afferma Leopold Eckhart dell’ateneo austriaco, co-autore della ricerca – mostra che i pangolini sono sopravvissuti attraverso milioni di anni di evoluzione senza un tipo di difesa antivirus utilizzato da tutti gli altri mammiferi. Ulteriori studi sui pangolini permetteranno di scoprire come riescono a sopravvivere alle infezioni virali” pur non riuscendo a evitarle, “e questo potrebbe aiutare a escogitare nuove strategie di trattamento per i pazienti contagiati”. Da Sars-CoV-2, ma non solo.
Fonte: Lastampa