Le proposte online
Queste “limitazioni” premesse dai trattati, in Italia, si sono ragionevolmente trasformate in una chiusura vera e propria. Presi alla sprovvista, i musei italiani si sono in poco tempo re-inventati con programmi online e sui social per promuovere i contenuti museali sotto l’ombrello dell’iniziativa  #museichiusimuseiaperti e la campagna #laculturanonsiferma attraverso Facebook, Instagram e Twitter.

Tra i musei aperti ci sono la Pinacoteca di Brera , il Poldi Pezzoli (#PoldiPezzoliStories), GAM di Milano e Torino, la Triennale di Milano (Decameron: storie in streaming), il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci (#storieaportechiuse), la Fondazione Musei Civici di Venezia (Ogni giorno una storia, un gioco, un’opera), la Fondazione Accorsi , i Musei Reali di Torino, XNL di Piacenza , il Museo di Palazzo Grimani, Museo di Palladio , il Complesso della Pilotta di Parma , Palazzo Madama , il Museo Nazionale di Ravenna , la Galleria degli uffizi (www.facebook.com/uffizigalleries/), i Musei Vaticani , la Galleria Borghese (ciò che accade dietro le quinte del Museo), il Museo di Capodimonte , e molti altri. Il MiBACT ha promosso la maratona culturale scientifica ed economica: “ l’Italia chiamò ”, venerdì 13 marzo per tutta la giornata (6:00-24:00) sul canale Youtube del Ministero. Anche a New York, come in Italia, il Metropolitan Museum , che quest’anno festeggia i suoi 150 anni, le “filiali”: Met Breuer e Met Cloister , la Frick Collection e il Jewish Museum , il MoMa , il Whitney , e il Guggenheim hanno annunciato la chiusura. Altri musei esteri ora visitabili online sono il Prado di Madrid, il Museo Archeologico di Atene , il British Museum di Londra, l’ Hermitage di San Pietroburgo e la National Gallery di Washington .

Se i musei continuano la loro missione facendo passare l’offerta culturale per canali alternativi, i siti archeologici, le chiese, i parchi restano muti.