Sono passati due mesi: musei, teatri, sale da concerto sono chiusi, la maggior parte dei lavoratori disoccupati… e ancora non si intravvede da parte del governo una possibile soluzione che riguardi il settore: non ci sono date possibili per la riapertura, né forme e modi su come questa riapertura possa avvenire.
Per questo mi fa piacere ospitare in questo spazio del blog alcuni interventi di operatori e artisti dello spettacolo che portano alla luce i problemi che il settore stesso sta attraversando e come si potrebbe cambiare. L’ARTE È VITA
l’Arte è vita, respiro. E il nostro Paese, per eccellenza, vive di Arte e ne respira la condivisione. Tutti abbiamo bisogno di teatri, auditorium, sale, musei, gallerie. Per noi quello è il campo di battaglia: è lì che troveremo il modo per combattere questo nuovo nemico. All’Arte e agli artisti non basta lo streaming: lo streaming è solo un ruscello, l’Arte un fiume in piena. Gli spettacoli dal vivo muovono un mondo che non appare sul palcoscenico: registi, sceneggiatori, drammaturghi, coreografi, tecnici audio, tecnici luci, manager, addetti stampa, promoter, organizzatori, impiegati amministrativi, agenti di spettacolo, scenografi, costumisti, montatori, fotografi, operatori del cinema, sarti, truccatori, parrucchieri, trasportatori, addetti alle pulizie, alla biglietteria, addetti di sala, maschere, giornalisti di settore. Anche tra gli artisti sul palco c’è un mondo di lavoratori senza garanzie: professori d’orchestra, coristi, ballerini “aggiunti”, compagnie teatrali, gruppi di musica da camera, associazioni culturali, associazioni concertistiche, attori, musicisti, cantanti e ballerini freelance, doppiatori, comparse, orchestre, compagnie di ballo e teatri autonomi. Lo streaming non può sostituire lo spettacolo dal vivo. L’artista ha bisogno della vita del pubblico e il pubblico ha bisogno dell’energia dell’artista. Un violino Stradivari porta con sé la storia del suo suono: nato in un bosco, non potrà mai essere riprodotto fedelmente da nessuna tecnologia. Allo stesso tempo, lo spettatore digitalizzato non è paragonabile a quello dal vivo che, appunto, vive l’opera d’arte insieme a chi, in quel momento, la sta creando. Così come è importante che in Italia ripartano fabbriche, ristoranti, negozi e quant’altro, è fondamentale che il mondo dello spettacolo dal vivo non rimanga indietro: chi vive di Arte non può attendere all’infinito e se l’Italia ha bisogno di tornare a vivere, ha bisogno anche di Arte. Difendiamo la cultura, difendiamo l’Arte, le emozioni, gli artisti, i lavoratori dello spettacolo, soprattutto quelli con meno diritti. Difendiamo il pubblico, difendiamo l’Italia.